27 ottobre 2014

iNobiettivo: il nuovo ciliegio

La rubrica giovane e irriverente di Nicolò Battaglia

Monastero di S. Antonio in Polesine, Ferrara
Guendalinda cammina spedita a testa bassa, cercando di non pensare a quel freddo pungente, arrivato tutto d’un colpo, come una porta che schiaccia le dita e ti fa rimanere impietrito ad assimilare il dolore fino a che non te ne accorgi e quando te ne accorgi sono solo affaracci tuoi.
Questa volta Pietrantonio l’aveva fatta proprio arrabbiare.

Cioè, pare possibile che si faccia le foto vicino a quella sgualdrinella e che abbia pure il coraggio di metterle sulla sua bacheca?

E poi che lui dica “Ma cosa vuoi che sia…”. Cosa vuoi che sia? Che ti mollo un bel papagno sul muso ecco cosa.




Ma è sempre così quando litigano, lei s’arrabbia e lui minimizza. E più lui minimizza più a Guendalinda sale l’incazzo.

Però è stato proprio un bel papagno.

Ecco perché cammina spedita, sospinta dal vento gelido, senza sapere dove sia e perché, i ciotoli le fanno male ai piedi.

Alza la testa e si trova davanti all’entrata del monastero di Sant’Antonio in Polesine.
Tra tutti i posti dove capitare proprio quello.

Sotto il ciliegio, lei e Pierantonio si erano baciati la prima volta. Era primavera. Era in fiore. Era amore. Finirono anche in un acquerello del simpatico signore, esperto nel plein-air, che sfornava sette quadri al giorno e ne vendeva uno per grazia divina.

Passa sotto l’occhio vigile di San Tony. Un po’ di malinconia è quello che le serve.

Ma dentro il cortile manca qualcosa.

Il ciliegio non c’è più.

Guendalinda impallidisce. Corre verso il portone del monastero e inizia a bussare come una pazza.
Dallo spioncino gli occhi spiritati di una suora la squadrano con diffidenza.

“Chi sei? Cosa vuoi? Quattro AveMaria per il disturbo!”

“Sorella tragedia! Il ciliegio? L’han rubato! Dov’è? Che fine ha fatto?” Guendalinda cade in preda ad una crisi isterica.

“Oh Singore, questa qua è pazza...” bisbiglia la suora “ Carissima, il ciliegio era un albero malato, abbiamo dovuto tagliarlo, per il suo bene, ma non disperare, ecco..vedi? Un ciliegio nuovo sta crescendo proprio lì affianco e presto inizierà a fiorire.”

“Lei non capisce sorella. Quel ciliegio era il simbolo del nostro amore…del grande amore tra me e Pierantonio…”

“Pierantonio? Quello che ha appena messo quella foto sulla sua bacheca con quella zoccoletta e che ha cambiato il suo stato sentimentale in single? Quel Pierantonio? Tesoro mio, il vostro “grande amore” era malato come quel ciliegio, ma non disperare, un amore nuovo crescerà e presto tornerai a fiorire.”

“Ecco appunto. Meglio di no.”

Così Guendalinda entra nel monastero e si fa suora.

Suora di clausura.

 
Racconto originale di
Nicolò Battaglia
Foto originale di
Franco Colla 
 































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