28 aprile 2014

iNobiettivo: Lemonsoda - 3° e ultima parte

La rubrica giovane e irriverente di Nicolò Battaglia

Chiesa di San Pietro, Ferrara, Italy

Gedeone e Astelfio correvano come pazzi in mezzo alla gente che, finita la pioggia, aveva cominciato a ripopolare piazza Duomo. Sembravano due fantini. Testa a testa. Si davano pugni e si facevano sgambetti, solo per arrivare primi e avere quella ragazza bellissima tutta per loro. Era un premio troppo prezioso per un pareggio. Re Salomone non l’avrebbe mai tagliata in due, se la sarebbe tenuta per sé.

L’avevano vista imboccare via Mazzini. Sembrava fluttuasse su quelle scarpe. Rimaneva sempre cento metri avanti a loro.

Inseguendola fino via Saraceno si accorsero che non erano gli unici a inseguire la ragazza. Dietro di loro un’altra ventina di ragazzi la inseguiva con la bava alla bocca.

Aveva cacciato un limone a tutti loro? Si chiesero Astelfio e Gedeone.

La battaglia era appena diventata una guerra.

La ritrovarono che stava entrando dentro il Mignon. Gli inseguitori si fermarono in branco, si guardarono tutti sogghignando. Robe da uomini.

Entrarono tutti, pagando il biglietto, nella lunga sala buia del piccolo cinema a luci rosse. Mancavano però le poltroncine.

Finalmente l’avevano raggiunta.

La Bellissima stava a mezz’aria proprio davanti allo schermo. Senza che lo chiedesse tutti i ragazzi si radunarono sotto di lei.

Allora era davvero un angelo.

Volava, ed emanava una luce e un profumo che ti obbligavano ad amarla.

“Non sono un angelo” Disse angelica “ nel corso del tempo ho avuto molti nomi, sono la Dea, sono Artemide, sono tutte le donne. E voi le donne le avete sempre trattate come oggetti, giocattoli, soprammobili senz’anima. Voi che siete qui, siete i maschi peggiori che una donna possa incontrare qui a Ferrara. Spero che questa punizione vi insegni una volta per tutte a rispettare e ad amare le donne come meritano. ”

Detto questo esplose in un bagliore di luce scomparendo.

I ragazzi rimasero immobili. Non sapevano che dire. Poi si accorsero che erano davvero immobili.

Non riuscivano più a muoversi. Erano come rivettati a terra.

Poi iniziarono a trasformarsi. Gedeone guardò le braccia di Astelfio mutare in braccioli. Astelfio vide la testa di Gedeone diventare la parte superiore di uno schienale imbottito.

“Ecco perché mancavano le poltroncine!” esclamò una poltroncina dalle ultime file.

Per una settimana prestarono tutti nobilmente servizio al cinema Mignon. Accogliendo chiappe flaccide e strane robe. Meglio non parlarne.

Finita la punizione tornarono tutti alle proprie vite e non parlarono mai più dell’accaduto….cambiarono il loro atteggiamento verso le donne?

Beh, posso solo dirvi che Gedeone ora è parroco e Astelfio una drag queen.

 
Racconto originale di
Nicolò Battaglia
Foto originale di Franco Colla






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